Conoscere un mito a Bordeaux
Giugno 2017. Quaranta gradi all'ombra. Volo dall'Italia da solo e raggiungo alcuni colleghi che sono già al VinExpo di Bordeaux. Eravamo tre, tutti personaggi da circolo Pickwick. >>>
Oltre a me, un caro amico venditore di vini di Cremona e un suo cliente ristoratore. Apro una breve parentesi: il mio amico cremonese è un "vegetariano del mattino", nel senso che con l'innalzarsi del grado alcolico nel sangue, verso sera è capace di addentare anche i panini dei passanti; il cliente ristoratore invece è un "complottista convinto", uno che non usa la carta di credito, che non si registra negli alberghi e che usa solo i contanti.
Ovviamente nessuno di noi parla francese.
L'organizzazione dell'expo è perfetta: i visitatori muniti di badge possono accedere gratuitamente a tutti gli eventi della kermesse sparsi per la città, usufruendo della rete di mezzi pubblici. Dormire sul bacino di Arcachon è la migliore soluzione, viste le alte temperature, la facilità degli spostamenti, l'abbondanza di ostriche.
E' la mattina del 21 giugno - esattamente 7 anni fa - e con i miei compari, decidiamo di cominciare le degustazioni dall'area Champagne.
Un signore alto in un elegante completo di lino bèige, con uno spiccato accento francese ci invita al suo tavolo.
"Per favore volete assaggiare il mio vino?"
Guardo la bottiglia e vedo che si tratta di una première cuvée di Bruno Paillard. Nella mia mente si materializza il pensiero "Sono le 10 del mattino. Che meraviglia iniziare la giornata così!" - "Grazie Bruno" risponde il mio amico.
Subito non collego, ma dopo qualche istante, mentre il distinto signore comincia a versare il vino, lascia andare un bottone della giacca e così scorgo il badge. Che emozione. E' proprio lui Bruno Paillard!
La sua umiltà, i suoi modi, il suo garbo, oltre all'innegabile bravura e professionalità.
Ecco cosa serve per diventare un fuoriclasse. Nel vino e nella vita.