Etna che ribolle e triglie fritte a Catania
"La Montagna ha grande personalità. Si fa sentire". Ingrid, la mia amica che vive a Catania ieri mi ha detto queste esatte parole. Mantovana di nascita e catanese di adozione si è ormai abituata alla pioggia di cenere che ogni tanto ricade sulla città. Quello a cui però non ci si abitua mai è "l'incessante borbottio". >>>
"Idda" è forte. Lei vede tutto e conosce tutto.
In questi giorni le sue fontane di lava escono dai crateri donando uno spettacolo impressionante e grandioso, a ricordare agli abitanti chi comanda per davvero.
La Montagna fa ribollire il sangue, tremare i palazzi, vibrare i vetri, suonare gli allarmi di case e auto. Si fa beffe dei suoi piccoli abitanti, come una capricciosa Regina di Cuori che gioca a cricket con i sudditi e li decapita se sbagliano il colpo. Se Lei decide di farsi sentire, non ci sono mezze misure: città paralizzata, traffico aereo bloccato, donne che camminano con in testa borsine e giornali, uomini in costume che passano lo swiffer nel cortile. Scenari apocalittici all'italiana, insomma.
Ma nonostante questo, i catanesi amano la loro Montagna.
Non solo perché è bellissima ma anche e soprattutto perché è generosa. Credo che Catania sia una delle città in cui ho assaggiato le cose più buone di sempre: babbaluci e maruzzelle, caponi e alici, polpette e telline, minnine e cannoli…
Ma due cose mi sono rimaste nel cuore: le vongole fresche che spruzzavano acqua ai passanti e le triglie fritte che parevan caramelle.
Le prime le ho comprate a Piscaria - il famoso Mercato del Pesce stretto tra la ferrovia e la Fontana "Acqua o' Linzolu"; invece le seconde le ho mangiate in un ristorantino della Playa in compagnia degli amici più cari che ho.
A dimostrazione che per me la Sicilia è davvero tra i posti più amati.