I quartini di Tiefenbrunner
Qualche giorno fa, dopo una passeggiata ai piedi della Marmolada, ci siamo fermati a Cortaccia sulla Strada del Vino. Questa stagione, oltre a essere dedicata alla vendemmia, è anche tempo di raccolta delle mele: splendide, profumate e capaci di regalarti una sensazione quasi labirintica mentre ti muovi tra i frutteti.
Salendo lungo la via verso il Castello Turmhof, raggiungiamo un borgo incantevole, dove la famiglia Tiefenbrunner ha mantenuto intatto un vero e proprio castello. Qui, tra mura cariche di storia, si trova un delizioso bistrot con ampi tavoli immersi in un lussureggiante giardino che guarda la valle e i vigneti. L'esperienza eno-gastronomica è stata autentica, semplice ma straordinaria. Il pane fragrante, il tagliere di salumi, i formaggi locali preparati a regola d'arte e i vini… beh, un Pinot Bianco che ricordava il morso croccante a una pesca matura e una Schiava fatta come si deve, servita alla giusta temperatura, il mio vino scacciapensieri.
La Schiava, o Vernatsch come la chiamano qui, è un vino che ha sempre precorso i tempi: leggera con un carattere deciso e versatile, perfetta per molti abbinamenti - pizza inclusa. Nelle zone limitrofe prende nomi diversi: il Santa Maddalena vicino Bolzano e il Lago di Caldaro (Kaltersee) nei pressi dell'omonimo specchio d'acqua. Entrambi sono frutto delle stesse uve, ma con sfumature uniche, radicate nel territorio altoatesino e trentino.
A rendere l'esperienza ancora più memorabile ci ha pensato Oreste – chissà se è davvero il suo nome – un simpatico signore dal marcato accento sudtirolese (che a me ha ricordato un po' un Lucio Dalla montanaro). Con il suo sorriso accogliente e l'aria di chi non dà nulla per scontato, ci ha fatto sentire come a casa… e siccome subito eravamo indecisi tra la Schiava e il Pinot Bianco, lui ha fatto ciò che solo un vero oste avrebbe osato fare: ci ha servito 2 diversi quartini!
"Siamo un po' nascosti rispetto alla Strada del Vino" ci ha detto, "chi viene qui lo fa perché ci conosce, quindi per me siete tutti amici". Le sue parole genuine, ci hanno fatto sentire così bene, che quando siamo ripartiti, non ci siamo neanche accorti di aver perso la targa dell'auto nel loro parcheggio… E adesso dobbiamo pure tornare a recuperarla, che disgrazia 😉