Il Museo della Pentola
Immaginate di tornare indietro nel tempo, precisamente al 1907, quando Baldassare Agnelli fondò la "Fabbrica di Alluminio Baldassare Agnelli" a Bergamo. Un'epoca in cui l'alluminio era ancora una novità e la cucina italiana stava per subire una vera e propria rivoluzione.
All'inizio del ventesimo secolo, la Lombardia era un crogiolo di opportunità. Baldassare Agnelli colse questo spirito imprenditoriale e trasformò la sua fabbrica in un punto di riferimento per la qualità e l'innovazione. Le sue creazioni spaziavano da pentole a forchette a strumenti industriali, tutte caratterizzate dalla leggerezza e resistenza dell'alluminio. Questi utensili non solo semplificavano il lavoro in cucina, ma cambiavano anche le abitudini culinarie delle famiglie italiane.
Negli anni '30, Baldassare Agnelli fu insignito dell'onorificenza di Cavaliere del Regno, un chiaro segno del suo impatto nel settore. La sua azienda, che iniziò come una piccola bottega, divenne un simbolo di eccellenza, producendo pezzi che oggi sono considerati autentici tesori.
Lunedì scorso ho visitato lo stabilimento produttivo di Lallio e il Museo della Pentola.
Per mantenere viva l'eredità di Baldassare, la famiglia Agnelli ha ricostruito un'officina d'epoca all'interno della S.A.P.S. (Associazione per lo Studio di Materiali e Forme degli Strumenti di Cottura). Qui i visitatori possono immergersi in un'atmosfera che profuma di storia, circondati da macchinari antichi e utensili che raccontano il percorso dell'alluminio nella cucina.
Al piano superiore della vecchia officina, una collezione di pentole storiche racconta l'evoluzione del design e della funzionalità. Tra i pezzi più affascinanti:
- Caffettiera alla Turca (1925): un esempio di design audace e funzionale.
- Pentola Quadrifoglio (1936): un'innovazione che permette di cuocere cinque pietanze contemporaneamente.
- Pentola Problem (1938): dotata di griglie per la cottura a vapore e un coperchio ermetico che la rende versatile.
- SpremiLimone singolo, perfetto per spremere la singola fettina di limone.
Oltre alle pentole, a testimonianza dei tempi che furono, ci sono gli Elmetti Militari della seconda guerra mondiale, destinati alle parate dei reduci, realizzati per ottenere dal governo di allora la fornitura di alluminio nonostante fosse razionato. Il diploma e la cassetta di Maestro Orafo sono alcune delle tante rarità della collezione: appartenute a Baldassare Agnelli quando, per conto d'altri, andò all'estero per imparare a lavorare l'alluminio, materiale considerato nobile all'epoca (basti pensare alla corona di Cristiano X di Danimarca o alle posate di Napoleone III) e decise poi di tornare per mettersi in proprio, intuendo la conversione industriale che questo metallo avrebbe avuto: tra i suoi primi clienti, Cucirini Cantoni e Pirelli, per citarne alcuni. Proprio per Pirelli, Agnelli produsse in serie i tubi d'alluminio, per la costruzione delle camere d'aria delle biciclette di allora, presenti nel museo insieme alla documentazione attestante lo scambio epistolare datato 1913.
Visitare il Museo della Pentola è un must per chi ama cucinare e desidera esplorare le radici della cultura gastronomica italiana. Non è solo un viaggio nel passato, ma un'occasione per riflettere su come gli strumenti che utilizziamo quotidianamente abbiano una storia ricca e affascinante.