Il polpo arricciato alla pugliese
Arroccato sul ciglio di un'alta scogliera, Polignano a Mare è uno dei borghi più spettacolari che abbia mai visitato; non solo perché è pieno di scorci suggestivi, ma anche perché si mangia benissimo il famoso "crudo alla pugliese". Inoltre è la città natale di Domenico Modugno.
Qui tutte le viuzze portano al mare, e in ogni stradina trovi qualcuno che ti propone il freschissimo pesce crudo, da consumarsi preferibilmente ai chioschetti, tra i banchi delle pescherie o addirittura sugli scogli.
Ora il mio amico Mighé starà pensando: "Marcé ma non vorrai mangiarti il Crudo-Posh a Polignano, guarda che ti fan pagare pure l'acqua di mare!"
Hai ragione bello, però finora il miglior polpo crudo della mia vita l'ho mangiato proprio lì.
Insieme a una quantità indefinita di ricci di mare, cozze pelose, cannolicchi, canestrelli, patelle e fasolari... ho avuto un tentennamento solo davanti agli allievi. Buonissimi ma un pochino tosti (anche per me).
Ma torniamo al "polpo arricciato del mio cuor".
L'arricciatura del polpo è una pratica antica già attestata nel IV secolo nell'Historia Animalium di Aristotele. Il polpo, di piccole dimensioni, viene battuto con una paletta di legno su una lastra di pietra, dopodiché "strisciato" ripetutamente sugli scogli lisci e infine arricciato in una bacinella piena di acqua di mare tenuta sempre in movimento.
Tutta l'operazione (che dura circa 2 ore) trasforma i tentacoli del polpo, dapprima flaccidi e snervati, in boccoli tenerissimi. L'arricciatura è riservata anche alle scarpette, piccole seppioline che, una volta pulite, vengono intenerite agitando un sacchetto con acqua di mare che riproduce il moto ondoso.
Tutto super!
Però l'aperitivo con polpo crudo intero accompagnato alle bollicine d'Araprì, dopo un caldo pomeriggio al mare, è stato il miglior souvenir dell'intero weekend barese.
Senza considerare la tiella di riso, patate e cozze del giorno dopo. Vabbè … Il mio è un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo 😉
