Il tempo delle noci
Nelle settimane intorno a San Giovanni a casa mia c'è la tradizione del nocino. Era un compito di mio papà, da quest'anno tocca a me. >>>
La leggenda racconta che la notte del Solstizio d'estate sia un momento magico in cui è necessario tenere a bada le streghe che si radunano sotto gli alberi di noci. Conosciuto dai contadini come albero "nocivo", il noce ha un potere unico: provocare malessere a chi osa avvicinarsi e trovare ristoro nei suoi pressi nelle ore notturne. Ovviamente esiste una spiegazione scientifica rispetto a questa credenza… di notte le foglie del noce sprigionano una sorta di insetticida naturale, che se inalato, provoca spossatezza e mal di testa, a volte persino vomito.
Nella notte tra il 23 e il 24 giugno, quando le noci sono bagnate dalla rugiada del rinnovamento e della vitalità, mani femminili devono raccogliere 33 malli, da incidere con una croce, tagliare in 4 parti e mettere in 1 litro di alcool 95° per 40 giorni (insieme a un numero dispari di chiodi di garofano, stecche di cannella e chicchi di caffè).
Queste noci, messe in infusione al sole di San Giovanni, offrono un prodotto maturo e pronto per essere dosato con acqua e zucchero per la ricorrenza di San Domenico, appunto 40 giorni dopo.
Mio papà era solito tenere tutto sigillato per un anno intero, per poi filtrare il liquore denso nei primi giorni dell'estate successiva. Quest'anno, al momento del filtraggio, nel vaso abbiamo trovato le spezie classiche insieme a delle ciliegie intere, a riprova che la fantasia in cucina è davvero una dote di famiglia.