La merenda contadina
La scorsa settimana ho passato qualche giorno nell'afosa pianura-patria. È proprio vero ciò che diceva Giovannino Guareschi nel suo mondo piccolo: «Fra l'una e le tre dei pomeriggi d'estate, il caldo, nei paesi affogati dentro la melica e la canapa, è una roba che si vede e si tocca. Quasi uno avesse davanti alla faccia, a una spanna dal naso, un gran velo ondeggiante di vetro bollente."
L'unica soluzione in questi giorni di afa è trovare riparo in una fresca dimora di campagna, dove ancora le finestre vengono aperte e chiuse a seconda degli orari e dove il cibo è sempre adeguato alla stagione. Per esempio l'altro giorno Agnese, padrona di casa, professoressa di filosofia in pensione, regista teatrale e cuoca sopraffina, mi ha regalato una merenda contadina commovente. È sempre un privilegio essere ospiti suoi e di suo fratello Adamo, ma questa volta si è davvero superata, mettendo in tavola salame mantovano, Parmigiano Reggiano, pane ferrarese e Lambrusco di Sorbara - tutto squisito - …a riprova che ogni provincia della nostra vituperata pianura padana è ricchissima di sapori eccellenti.
Sono sue le tavole che ogni tanto appaiono nei miei racconti e nelle mie fotografie, e sono sue molte delle ispirazioni culinarie a me tanto care.
La ricetta di oggi è una vera chicca (tenetevela stretta).
Si tratta dei famosi PEPERONI DEL GONFO
Per un vasetto da 250 g di peperoni conservati, prendere 15 peperoni verdi nostrani a pelle sottile e lasciarli "appassire" qualche giorno. Una volta aperti a libro, lavati e privati della pellicola bianca e dei semi, lasciarli asciugare ben distesi sul tagliere. Indi, accoppiarli ben stretti, uno dentro l'altro (honi soit qui mal y pense) e tagliarli a tagliatella sottilissima. Metterli in una terrina, aggiungere sale fino q.b.
Lasciar riposare per tre ore, poi strizzare vigorosamente il tutto in un canovaccio. Rimettere i peperoni in una terrina e aggiungere (fino a coprirli) 3/4 di aceto di vino rosso e 1/4 di vino bianco. Lasciare riposare per una notte. Alla fine, strizzarli ancora più vigorosamente cambiando più canovacci, e disporli in una salsiera di servizio condendo con olio di oliva extra vergine q.b. (non troppo)
Questa è la ricetta base. Si possono aggiungere, a piacere:
- Filetti d'acciuga
- Un trito di aglio e prezzemolo
- Un trito di capperi
- Un trito di uova sode
- E, se proprio si vuole esagerare, un trito di regaglie di gallina appena cavate dal brodo.
Se poi non vi soddisfa la versione fast, c'è sempre quella tradizionale (ultra slow) in cui per tutto l'inverno i peperoni vengono conservati interi in damigiana con aceto madre... ma questa è un'altra storia.
Grazie Agnese ❤️