La trippa del Ciccio
Devo la mia passione per la trippa a Corrado "Ciccio" Trentini, capostipite di una famiglia di buongustai. Con i suoi figli Carmelita e Nicola ho gestito per anni un ristorante a Mantova "Opera Ghiotta" e grazie proprio a Nicola (e soprattutto a suo padre che venne a cucinarla con noi) ho incontrato la mia prima scodella di trippa.
Sul Ciccio si narrano mille storie e, siccome da ieri non è più tra noi, voglio ricordarlo così:
Ho conosciuto Corrado da ragazzino grazie a uno spot pubblicitario in cui mio fratello era il bambino che andava nella sua bottega a prendere un panino. Il Ciccio-salumiere, con uno sguardo che avrebbe convinto anche un vegetariano integralista, gli preparava un bel panino al salame.
Di lavoro faceva il postino, ma parte della sua casa era un delizioso negozio di alimentari di quartiere (prima ancora bottega della cooperativa), quindi Corrado era nato e cresciuto tra le cose buone.
La sua cucina ha avuto un forte impatto sulla mia formazione ai sapori tradizionali e lo ricordo con gratitudine. Con lui ho imparato cosa significa valorizzare gli alimenti, ricercarne il gusto: non buttava niente, tutto poteva diventare un piatto. Un giorno, dopo aver impanato i fiori di zucca, con le uova intrise di pangrattato, erbe aromatiche e ricotta del ripieno mi disse: "Non vorrai buttarle, sai che bella frittatina!"
Magia.
Corrado ha preparato leccornie per tutto il paese, ma le sue faraone arrosto sono diventate mitiche. Mi ricordo di questa storia: una volta un signore gli chiese di preparare le faraone arrosto per una cena di amici, il risultato fu talmente soddisfacente che la tavolata pregò Corrado di unirsi alla festa e si levarono inni tipo: "Evviva Corrado, Evviva le Faraone del Ciccio!".
Ma la sua trippa… quella per me resta indimenticabile.
Già famosa nelle cucine delle feste paesane, non mi conquistò al primo boccone, la assaggiai con diffidenza, poi ci presi talmente gusto che io e Nicola ci dovemmo litigare la pentola, e di sicuro, quella volta non fini nel menù del giorno.
Mi è piaciuta così tanto che ho deciso di farne una mia versione, e da allora, l'ho preparata sempre. Sugosa, al pomodoro, appena piccante e magari con qualche crosta di Parmigiano persa dentro.
Oggi che qui sul lago scende la pioggia, il tempo è più fresco, io ti celebro cosi caro Corrado, con una delle tue magie!