Lo Sfratto di Pitigliano
Lo Sfratto è un dolce. Lo avreste mai detto? Io l'ho conosciuto circa 15 anni fa, durante il mio percorso alla scoperta dei cibi e delle tradizioni dei Presidi Slow Food. Si tratta di un dolce legato alla tradizione ebraica di Pitigliano, il borgo toscano che, non a caso, viene soprannominato La Piccola Gerusalemme.
Ha la strana forma di un bastone ed è preparato con pochi ingredienti: una sottile sfoglia di farina, uova, zucchero, burro e spezie ricopre il ripieno di miele, noci, noce moscata e scorze di agrumi.
La storia. Verso la fine del sedicesimo secolo Papa Paolo IV cominciò a limitare le libertà degli ebrei che vivevano nello Stato della Chiesa e per questa ragione loro cominciarono a spostarsi dal Lazio alla bassa Toscana. Paesi come Pitigliano, Sovana e Sorano furono i luoghi che scelsero e in cui si trasferirono.
Nel 1598 venne edificata anche una Sinagoga proprio a Pitigliano… fatto che infastidì molto il Duca Cosimo II de' Medici, il quale impose a tutte le popolazioni ebraiche il sopracitato "Sfratto". Gli uomini del duca andarono casa per casa bussando con un grosso bastone alla porta di ogni cittadino di religione ebraica e pretesero il suo trasferimento immediato nel ghetto.
Per non dimenticare questo triste avvenimento, le signore ebree crearono "Il dolce sfratto" che nella forma ricorda proprio quel bastone.
La ricetta. La preparazione dello Sfratto si tramanda da secoli di generazione in generazione. Si tratta di un dolce che, per tradizione, viene preparato durante il periodo natalizio, ma a Pitigliano nell'antico forno del quartiere ebraico, potete trovarlo in qualsiasi stagione dell'anno.
A me piace molto. E voi lo avete mai assaggiato a fettine con una goccia di ottima Saba?