Piante e Animali Perduti

09.10.2024

Piante e Animali Perduti è la più importante mostra mercato della biodiversità, un tuffo nella natura, un paradiso per gli occhi e per il palato tra muri e palazzi del Rinascimento padano.

La manifestazione si tiene a Guastalla durante l'ultimo fine settimana di settembre ed è uno spazio magico in cui si vedono gli animali di corte nelle razze meno comuni, fiori in varietà difficilmente reperibili, frutti antichi e introvabili.

Guastalla e il suo centro storico riescono a creare atmosfere che solo nel cuore della Bassa del Po si possono trovare: palazzi storici, vie acciottolate e profumo di gnocco fritto fanno da cornice ai tantissimi espositori di meraviglie vegetali, artigianato tradizionale, pecore cornelle, vacche rosse e maiali pezzati.

Il percorso ad anello di circa 2 km abbraccia le vie più importanti della parte vecchia iniziando dalla centralissima Piazza Mazzini(dove sorgono il Duomo, il Palazzo ducale e svetta la statua di Ferrante Gonzaga) per snodarsi poi verso vie e piazze laterali, in un dedalo di persone, profumi e passioni dirompenti.

A Piante e Animali Perduti 2024 ho partecipato alla presentazione di Fitopolis, la città vivente, libro di Stefano Mancuso. A presentarla è stato il mio amico Fabio Bortesi e la cornice è stata quella del bel Teatro Ruggero Ruggeri.

Stefano Mancuso è uno scienziato di fama mondiale e dirige il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale dell'Università degli Studi di Firenze, dove è professore ordinario. Ha eminenti cariche nella Fondazione per il Futuro delle Città, nell'International Society for Plant Signaling & Behavior ed è accademico emerito dell' Accademia dei Georgofili. A lui si devono molti libri, tradotti in oltre venti lingue, tra i quali L'incredibile viaggio delle piante (2018), La Nazione delle Piante (2019) e La pianta del mondo (2020).

Stefano Mancuso sostiene che l'uomo ormai da molto tempo abbia dimenticato di essere una parte della natura tanto quanto le specie animali e vegetali e ritiene che la nostra capacità di sopravvivenza -quindi il futuro- dipenda da come strutturiamo le nostre città. È ormai indispensabile "riportare la natura all'interno del nostro habitat", in buona sostanza piantare il maggior numero di alberi intorno a noi…

No. Non è retorica. E nemmeno un'impresa impossibile. Lo si sta facendo a Plaça de les Glòries a Barcellona per esempio,dove un intero quartiere si è trasformato da snodo di traffico ad area del verde pubblico.

Secondo Stefano Mancuso lo si può di certo fare anche da noi, non c'è più tempo per le scuse: la trasformazione deve puntare su città verdi "fitopolis", cioè luoghi in cui il rapporto fra piante e animali è il rapporto armonico che esisteva in passato tra uomo e natura.

💡 Se desiderate una lettura piacevole e istruttiva per voi e i vostri ragazzi, leggete il primo romanzo di Mancuso "La Tribù degli Alberi": dopo averlo letto vi assicuro che guarderete con altri occhi ogni sfumatura di verde che popola il nostro pianeta, e farete di tutto per tenervela amica.

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