Un sabato di hummus a Gerusalemme

09.08.2024

Oggi purtroppo un viaggio in Israele non è esattamente una grande idea. Ma nel 2019 fu perfetto prendere un volo Ryan Air da Bergamo e atterrare a Tel Aviv; proseguire poi con un treno iper-veloce per la vecchia Gerusalemme e godersi la storia, la cultura, la cucina e i personaggi della città più controversa del pianeta.

Tutti i giorni, tranne il sabato!

Lo Shabbat inizia con il tramonto di venerdì e termina al tramonto di sabato. È il settimo giorno della settimana ebraica ed è dedicato al riposo. Durante lo Shabbat non si lavora, non si guida, non si cucina e non si compra.

Quindi se arrivate di sabato (come me) non avete scelta: dovete andare al quartiere musulmano.

Apro una piccola parentesi (apolitica):

I musulmani non sono ben visti in città. Credo dipenda dal fatto che secoli or sono si sono installati sul Monte del Tempio e che ancora oggi possono accedervi praticamente solo loro (10 dei 11 ingressi sono infatti chiusi a tutte le altre religioni).

Chiamato anche Spianata delle Moschee, a causa della sua importanza per ebrei, cristiani e Islam, il Monte è uno dei luoghi religiosi più contesi al mondo.

  • Il Monte del Tempio è sacro agli ebrei in quanto sede del Tempio di Hashem. Di esso, dopo la distruzione operata dai Romani, rimane oggi soltanto il Muro del Pianto. Gli ebrei usano recarsi in preghiera alla base di tale muro (quindi esclusivamente all'esterno della spianata).

  • Per i musulmani il Monte del Tempio è sacro perché, Maometto venne assunto in cielo dalla roccia situata in cima al monte, oggi all'interno della Cupola della Roccia (che da essa appunto prende il nome).

  • Il luogo è sacro per i cristiani che condividono con gli ebrei le memorie del Tempio di Israele e che ricordano le numerose visite di Gesù.

Chiarito questo, Gerusalemme è davvero la città delle contraddizioni. Nel quartiere islamico, oltre alla Cupola della Roccia, si trova anche la Via Dolorosa, il principale luogo di pellegrinaggio cristiano.

Dunque nell'eterno risalire dei pellegrini verso la Basilica del Santo Sepolcro (costruita sul Calvario) si assiste a una vera festa dei sensi che ricorda le medine di Fès e Marrakech.

Ad Abu Shukri ho mangiato i migliori falafel con hummus della mia vita: quasi di fronte alla sesta tappa della via Crucis (quella in cui la Veronica ha asciugato il volto di Gesù) c'è un locale islamico in cui alla TV sono proiettate le immagini dei pellegrini alla Mecca (quelli che compiono i sette giri intorno alla Ka'bah, il cubo nero dove è custodita la pietra dell'arcangelo Gabriele). Poi appena svoltato l'angolo, camminando sulle stradine assolate s'incontrano gruppi di uomini ebrei ortodossi con la kippah e donne con la parrucca, che si recano al Muro per la preghiera.

Un mondo decisamente variegato, al quale si fatica ad adattarsi (anche solo per pochi giorni). Allo stesso tempo una delle esperienze più forti della mia vita.

Ma torniamo al nostro hummus.

Siccome sono pur sempre un cuoco e siccome ho appena scoperto i meravigliosi ceci neri della Tuscia, ecco qua la mia ricetta di Hummus.

Ingredienti:

  • 200 gr. di ceci neri della Tuscia viterbese

  • 3 cucchiai di salsa tahina

  • 1 lime

  • 1 spicchio aglio

  • sale

  • olio EVO

  • paprica dolce

  • semi di sesamo

Procedimento:

Ammollate i ceci in acqua per una nottata intera. Sciacquateli e bolliteli in acqua salata per circa un'ora (o finché non saranno ben teneri) insieme all'aglio pelato.

Aggiungete nel mixer i ceci, la salsa tahina, il sale, il succo di lime. Aggiungete olio extra vergine e frullate fino ad ottenere una crema. Se fosse necessario, aggiustate di sale ed aggiungete un poco di acqua tiepida, un cucchiaio per volta. Servite il vostro hummus con paprica dolce e semi di sesamo.

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