Uovə al tegamino
Nutrimento gender fluid per eccellenza, l'uovo è maschile al singolare e femminile al plurale. Dopo averne sentito parlare in ogni modo dall'illustre Carlo Cracco, io continuo a chiedermi come mai "l'uovo al tegamino" sia descritto come un piatto di facile realizzazione. >>>
Credo invece che sia uno degli esempi di cucina casalinga tra i più complessi.
Intanto bisogna scegliere il tipo di uova: Chiare? Scure? Medie? Grandi?
Ovviamente quasi tutti ormai siamo obbligati ad acquistarle al supermercato - a casa di mia madre le porta ancora fresche mio zio, beati loro - ma sappiamo se sono davvero fresche? Si dice che il metodo per controllare se un uovo è "da bere" si misuri con la sua capacità di galleggiare in acqua: se affonda e rimane sul fondo è freschissimo e può essere consumato anche crudo, se si mette in piedi meglio cuocerlo bene, se, invece, galleggia meglio buttarlo.
E poi, le uova si tengono in frigorifero? La risposta è sì, nel loro contenitore per evitare che assorbano odori di altri cibi. Ma allora come mai al supermercato le tengono a scaffale? Mistero.
E infine, come si cucina un "uovo al tegamino" come Dio comanda ? Io faccio così:
Innanzitutto apro l'uovo in una tazzina, poi, a fuoco basso metto una piccola noce di burro, verso prima il bianco, trattenendo il tuorlo con un cucchiaio: quando comincia a rapprendersi, metto un pizzico di sale, ci verso il tuorlo sopra e copro con il coperchio. In questo modo il tuorlo evita il contatto con il calore del tegamino e cuoce uniformemente. A cottura ultimata (servono al massimo due minuti) trasferisco il mio occhio di bue in un piatto caldo, per evitare che continui a cuocere e lo servo con una fetta di pane imburrata e tostata.
Consiglio: provate a usare il miele al posto del burro. Il miele essendo molto ricco di polline, può essere impiegato come ricostituente naturale e come regolatore del livello di colesterolo. Però sul pane spalmate il burro salato 😉